Quella del Costone è una storia semplice, anche se intensa, basata su un qualcosa che difficilmente può essere compreso se non vissuto. Qui non c'è l'appartenenza ad una contrada, ad un rione, non ci sono fazzoletti o bandiere da far sventolare. Le Contrade sono 17 e basta. Il Costone è tutt'altra cosa. È unico e lo sarà fino a quando la fede dell'ultimo dei costoniani lo terrà in vita.
Il giovanissimo don Nazareno Orlandi pensò che la fatiscente scuola giardino “Vittorino da Feltre”, nel cuore della Contrada della Selva, con la sua vasta area verde a disposizione di insegnanti ed alunni, sarebbe potuta diventare un luogo di aggregazione per i giovani della Città, facendoli giocare e facendo conoscere loro la parola di Dio.
Don Orlandi convinse l'Arcivescovo e, tramite aiuti vari e la magnanimità del Conte Piccolomini, mise insieme le 20.000 lire con cui il 19 giugno poté comprare il bene. Era fatta, nasceva il Costone, anzi il Ricreatorio Pio II, dedicato al Papa Enea Silvio Piccolomini.
Il 6 gennaio, alla presenza delle autorità cittadine, avvenne l'inaugurazione ufficiale dei nuovi locali, che ben presto furono presi letteralmente d'assalto da centinaia di ragazzi provenienti dai vari rioni cittadini.
Dove adesso sorge il campo di basket, l'ingegnoso prete fece costruire un campo da tennis che faceva da contorno all'area ludica e dopo poco fu costruita anche una vasca natatoria, dove a decine i ragazzi si tuffavano incuranti delle condizioni igieniche e delle condizioni atmosferiche.
Durante il periodo bellico, furono ospitati all'interno del Ricreatorio decine di bambini orfani e profughi di guerra. Sempre durante la Grande Guerra, i Giovani Esploratori del Costone seppero distinguersi per gli atti di valore al fronte e per i servizi sociali in soccorso dei più bisognosi. Ben 18 ne morirono ed il dolore per l'Orlandi fu davvero struggente, come quello di un padre nei confronti dei propri figli; i loro nomi ancora oggi sono ben impressi in una lapide all'interno del Ricreatorio Pio II.
Gli anni post bellici furono vissuti con grandi difficoltà politiche, in quanto il regime fascista proibì organizzazioni come gli Scout e quindi i Giovani Esploratori dovettero cessare la propria esperienza. Nel 1936 l'entità Costone toccò forse il suo apice: si contavano più di 200 iscritti tra i giovani, senza contare quelli che giovani non lo erano più, ma che una volta diventati uomini erano comunque rimasti legati all'ambiente e soprattutto a mons. Nazareno Orlandi.
Il fondatore del Ricreatorio si spense il 7 agosto, nella sua camera al Costone. I Costoniani in pochi mesi fecero erigere una cappella all'interno del Ricreatorio per accogliere le spoglie del loro grande educatore. Lì adesso riposa, confortato dalla presenza chiassosa dei tanti ragazzi che continuano a frequentare questo luogo con la stessa passione di chi li ha preceduti.
Lo Sport è stata una delle attività collaterali più care sia all'Orlandi che ai suoi successori, da mons. Ubaldo Ciabattini, suo instancabile aiutante, a mons. Vittorio Bonci, altro sacerdote che ha lasciato una traccia indelebile all'interno del Ricreatorio. Il DonVi rimase al Costone per quasi 25 anni, dal 1954 fino al 1978, anno in cui passò il testimone a mons. Gaetano Rutilo, il quale a sua volta, rimase alla direzione del Ricreatorio Pio II fino all'anno 2000; a lui si debbono il restauro del Teatro e la coraggiosa iniziativa di sostenere la progettazione del Palazzetto del Costone.
L'inaugurazione del Palazzetto è avvenuta il 17 dicembre del 2007, con l'Arcivescovo di Siena mons. Antonio Buoncristiani e l'allora direttore del Costone don Giuseppe Acampa. Adesso spetta ad un giovane sacerdote, don Emanuele Salvatori, ed al nuovo Arcivescovo mons. Augusto Paolo Lojudice proseguire un'opera che per certi aspetti è diventata ancor più impegnativa.
Sono considerati benemeriti tutti quei costoniani che sono stati ritenuti degni di un particolare encomio, guadagnato con opere buone e di pubblica utilità dall'interno dell'Associazione Costone. A partire dall'anno 2013, in occasione della Festa del Maggio, si è instaurata la tradizione della consegna del riconoscimento ai costoniani meritevoli.
Conferimento alla memoria