(articolo di Pietro Federici - Siena News)
Vent’anni al servizio della stessa squadra, per un totale di 400 presenze: questo è Gigi Bruttini, l’icona per eccellenza della storia moderna del Costone. Senese, contradaiolo della Lupa e grande lavoratore, oltre che grande giocatore, capitan Bruttini ha accompagnato più di una generazione di appassionati e nonostante potesse ambire anche a palcoscenici più importanti, non ha mai voluto abbandonare la maglia gialloverde, sia dentro che fuori dal campo. Il suo servizio al Costone è stato a tutto tondo: i giovani dei primi anni duemila, infatti, non possono certo dimenticarlo nel ruolo di istruttore durante i campi estivi al ricreatorio, o la sua costante presenza a qualsiasi evento mettesse al centro la città e la sua adorata squadra. Infine, non è da dimenticare la sua magica mano, che ieri ha salutato per l’ultima volta, molto probabilmente, il PalaOrlandi, con una vittoria.
“Sono state stagioni che ricorderò per sempre – commenta Bruttini -. Avevo detto che questa sarebbe stata la mia ultima stagione ed arrivato a questo punto devo dire che purtroppo è davvero finita. Se dessi ascolto alla pancia, queste sarebbero solo le prime cento partite della mia vita, ma ci sono delle priorità che non possono essere trascurate. Ho una famiglia bellissima, una moglie e due figli e ora voglio godermeli. Inoltre, c’è il lavoro che ruba tempo ed energie: finché giocavamo al livello dilettantistico riuscivo a conciliare bene le due cose, ma adesso le categorie sono superiori e fare entrambe le cose non è sempre semplice. Se avessi avuto qualche anno di meno, probabilmente ce l’avrei fatta, ma adesso era diventata dura”.
Non sappiamo ancora bene cosa riserverà il futuro a Bruttini, ma in questi vent’anni ha sicuramente lasciato il segno e con un palmares, comunque, ricco di soddisfazioni.
“Non so cosa avrei potuto fare altrove, se di più o di meno – spiega Bruttini -. Devo dire però, che passare la mia vita al servizio di questa società vale più di ogni cosa ed oggi mi sento ripagato, oltre che emozionato. Ho vissuto tre promozioni, vinto derby che rimarranno nella mia memoria e quindi non posso lamentarmi di nulla. Sono orgoglioso del mio percorso”.
Siena, si sa, è una città che divide, nel basket specialmente, ma il cammino intrapreso da Bruttini in questi anni non è mai passato inosservato, e anche per questo ha guadagnato il rispetto di tutti.