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DON MAX, IL PRETE DELLA NAZIONALE, DELLA LUPA E DEL COSTONE

Consegna Libro del Costone
Celebrazione Messa al Costone
Don Massimiliano durante la messa
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Don Massimiliano Gabbricci, doppia B e doppia C, questo ci tiene a specificarlo perché sono in tanti a sbagliare il suo cognome. Le doppie… come la benedizione doppia che ha impartito a cavallo e fantino nel 2016, anno in cui la Lupa fece cappotto con Preziosa Penelope e Scompiglio. <Una soddisfazione immensa che porto sempre nel mio cuore>. Queste le parole del correttore di Vallerozzi che i Lupaioli amano chiamare ‘Don Cappotto’ che a Settembre è entrato a far parte della Diocesi di Siena, proveniente da quella di Firenze. <Chiesi al Cardinale Lojudice di poter venire a Siena, lui mi rispose: “Chissà, se Dio lo vuole”. Alla fine della scorsa estate il disegno divino si è realizzato. Poter svolgere il mio ministero pastorale nella Città che amo è per me fonte di grande stimolo. Ho tradizioni senesi, anche se sono originario di Castelfiorentino. Siena rappresenta per me una tappa essenziale della mia vita. Qui ho molti amici, soprattutto nella Lupa, ma in pochi mesi ho conosciuto tantissime persone speciali e ringrazio Dio per questa ricchezza di anime.> L’Arcivescovo gli ha subito affidato la Direzione del Ricreatorio Pio II, oltre alla consulenza spirituale del CSI, un… doppio incarico che il sacerdote ha accettato con grande slancio: <Provengo da una bellissima esperienza alla Comunità Giovanile di San Michele a Firenze (dove Paolo Rossi si è forgiato come calciatore, ndr), dove ho trascorso degli anni bellissimi; il Costone è una realtà straordinaria, con delle grosse potenzialità. I Costoniani mi hanno stretto in un caloroso abbraccio in occasione dell’ingresso ufficiale al Ricreatorio avvenuto lo scorso 8 ottobre. In quella circostanza, assieme all’Arcivescovo e a don Gaetano Rutilo, celebrammo la Messa all’aperto nel vecchio campo del Costone, un momento molto significativo per me in quanto in gioventù ho giocato a Pallacanestro nell’Abc Castelfiorentino.> Ex giocatore di basket dunque, ma anche il Calcio fa parte integrante della sua storia, visto che proprio a Firenze divenne consulente ecclesiale della Fiorentina. Il suo ingresso nell’ambiente della Nazionale avvenne nel marzo del 2012 grazie all’entourage di ct Prandelli che introdusse il nuovo Cappellano all’interno di Coverciano, dove tutt’ora è di casa. <Con la Nazionale ho vissuto un’esperienza formidabile, culminata con la vittoria agli Europei del 2021. Ho avuto la fortuna di assistere ai momenti più veri vissuti da questo gruppo, quelli più intimi. I successi maturano anche al di fuori dai campi da gioco. A Coverciano ho provato delle emozioni uniche, assieme a Roberto Mancini e Gianluca Vialli e a tutti gli Azzurri. Dopo la Messa ci trovavamo a cena tutti assieme, ci dicevamo tante cose, Vialli è stato commovente, una persona che ha lasciato nel cuore di tutti noi un ricordo indelebile e dopo un suo discorso alla vigilia della finale, Donnarumma, mi disse: “Don, si vince, non c’è dubbio, si vince! Gianluca aveva trasmesso a tutti una carica incredibile.” Quando posso non perdo l’occasione per raggiungerli. La mia vita adesso è fatta di molteplici impegni, tra cui quello alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale dove insegno Filosofia Teoretica a Firenze. Il Costone è un punto di riferimento per i giovani di questa Città e non solo sotto l’aspetto sportivo. Ringrazio il Cielo per avermi donato tutto questo.> I suoi occhi profondi, le sue grandi mani, la sua voce possente, caratterizzano un uomo, un prete, alla vecchia maniera, ma ricco di novità fortemente emotive. Don Max è tra noi.
Roberto Rosa

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