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150 anni dalla nascita di Mons. Nazareno Orlandi

Mons. Nazareno Orlandi foto d'epoca
Mons. Nazareno Orlandi foto d'epoca
Mons. Nazareno Orlandi foto d'epoca
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1871-2021: I 150 ANNI DI MONS. NAZARENO ORLANDI

MONS. NAZARENO ORLANDI, IL PRETE GELOSO DEL POPOLO DI SIENA

INNUMEREVOLI LE SUE OPERE SCATURITE DA IDEE LUNGIMIRANTI, TRA TUTTE IL COSTONE, UNA VERA E PROPRIA FUCINA DI INIZIATIVE 

Parlare e scrivere di Mons. Nazareno Orlandi è sempre un onore, ma nel contempo rappresenta anche un onere, in quanto la caratura del personaggio è tale che difficilmente si riesce a rendere complete la sua figura e le sue opere. L’Orlandi è stato senza alcun dubbio uno dei più grandi rappresentanti del Clero senese. Quest’anno ricorre il 150° della sua nascita avvenuta a Siena il 7 febbraio del 1871, in Via Fieravecchia, nel cuore della Contrada del Nicchio. La sua famiglia era molto religiosa, questo lo si intuisce facilmente anche dal nome con cui venne battezzato. Mons. Orlandi amò il suo popolo, di cui ne era orgogliosamente geloso. Il ‘Popolo di Siena’ infatti fu il titolo del suo giornale e la bandiera delle sue innumerevoli battaglie.

Ebbe sin da giovane un amore entusiastico e illuminato per la sua terra, ne incarnò perfettamente lo spirito e gli ideali di fede. Amò in maniera profonda e devota San Bernardino e Santa Caterina; i suoi studi teologici si basarono soprattutto su queste due sacre figure molto legate alla fede dei senesi. La sua vocazione lo portò ben presto a intraprendere il percorso da seminarista. A soli 21 anni, bruciando brillantemente tutte le tappe, concluse il suo iter di studi, ma era troppo giovane per cantare Messa.  Con una particolare dispensa rispetto all’età canonica, fu ordinato sacerdote nel 1893 dall’allora Arcivescovo di Siena Mons. Benedetto Tommasi. Celebrò la sua prima Messa nella Chiesa del Nicchio e fu destinato subito a ricoprire il ruolo di vice pievano a S. Giovanni Battista, per divenire ben presto Pievano per tutta la vita. Nel 1986 fonda nei locali di S.Giovannino sotto il Duomo, con 12 dei suoi ragazzi più fidati, la prima Associazione Cattolica Senese che viene intitolata a Santa Caterina.

Senza dubbio una delle sue opere più importanti consiste nell’aver fondato il Ricreatorio del Costone che volle intitolare a Pio II, il Papa senese Enea Silvio Piccolomini, in riconoscenza alla Famiglia Piccolomini che lo aiutò tangibilmente con ingenti contributi che gli consentirono di ristrutturare i vetusti locali del Ricreatorio che fino al 1905 accoglievano la Scuola Giardino Vittorino da Feltre. L’atto di acquisto fu sottoscritto il 21 giugno del 1906; quel giorno nasceva il Costone. Il 6 gennaio del 1907 avvenne l’inaugurazione dei nuovi locali. Così ebbe a scrivere più tardi l’Orlandi: <Noi Italiani ci lamentiamo della mancanza o comunque della deficienza di uomini forti e di carattere. La colpa di ciò è in gran parte della educazione che diamo ai nostri ragazzi, i quali vengono su fiacchi di spirito e di corpo, principalmente per­ché la loro ricreazione la trovano non all’aria aperta, in piacevoli giuochi disci­plinati e ben diretti, ma ciondolando ne­ghittosamente per le strade, vittime di tutti gli adescamenti del vizio.> Si realizzava così un sogno che il sacerdote senese inseguiva da molti anni, iniziato in uno scantinato sotto la Basilica di Provenzano e culminato poi nell’antica Piaggia.

Al Costone, negli anni a seguire, accade un po’ di tutto: viene allestita una vera e propria tipografia dove viene stampato il periodico ‘Il Popolo di Siena’, di cui l’Orlandi ne fu il direttore, viene allestita una palestra che accoglierà la Società Ginnastica Fides da lui fondata nel 1904 a Provenzano e da cui  scaturiranno in seguito tutte le attività sportive del Costone. Volle e realizzò una vasca natatoria, la prima piscina a Siena, perché convinto che l’acqua fosse una fonte di benessere per i ragazzi, un Teatro che tutt’oggi rappresenta un piccolo ma prezioso gioiello culturale, un campo da tennis che diventerà in seguito un campo di Pallacanestro.

Sempre dalla sua lungimirante visione nascono altre iniziative, quali i Giovani Esploratori, gli attuali boy scout, che nel 1915 vedono un nutrito gruppo di aderenti iniziare le proprie opere a livello sociale. Prima della Grande Guerra i soci e aderenti alle attività del Ricreatorio raggiungono il numero di 700, un associazionismo questo che non viene visto di buon occhio dagli anticlericali, ma l’Orlandi va dritto per la sua strada, anche se troverà agli inizi degli anni ‘30, per effetto del regime fascista, non poche difficoltà a portare avanti la sua opera basata sulla dottrina cristiana. Nel 1931 creò il Circolo degli Universitari Cattolici, proseguendo dunque nell’opera di sensibilizzazione socio-politica nei confronti dei giovani.  

Nel 1917 dette origine alla FACI, la Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia, che qualcuno definì come una sorta di sindacato dei preti e che tutt’oggi esercita le proprie funzioni in difesa dei diritti del Clero e delle Istituzioni religiose. Andò in giro per l’Europa per organizzare in varie nazioni i congressi internazionali della FACI. Sempre a favore del Clero contribuirà in maniera fattiva alla realizzazione di opere sociali che vedranno la nascita di una Cassa Pensioni per il Clero, realizzata poi nella “Fraternitas” che fu varata nel 1934 e che portò aiuti incalcolabili ai Sacerdoti. Si deve all'opera di Don Orlandi se il Clero Italiano in quegli anni ha potuto disporre anche di una Casa al Mare a Marina di Massa, di una Casa di Cura a Montecatini e di uno splendido Sanatorio ad Arco, nel Trentino, opera principe del suo grande e coraggioso intuito.

Gli anni passano, un’altra guerra mondiale piega l’umanità, ma non la tempra e la fibra di Mons. Nazareno Orlandi che fino all’ultimo dimostra di possedere una forza di volontà incredibile. I suoi ragazzi, molti dei quali sono diventati uomini, gli sono sempre vicino e lo saranno anche nel giorno della sua morte, avvenuta il 7 agosto del 1945 nella sua casa al Costone, pochi giorni dopo la sciagura di Simignano sulla Montagnola Senese, dove perirono in un incidente stradale 4 dei suoi amati ragazzi. Nessuno ebbe il coraggio di dargli questa straziante notizia. Furono giorni tristi quelli, per Siena e per il Costone.

Ai suoi funerali, che si tennero l’8 agosto al Battistero di S.Giovanni, nella sua Pieve, parteciparono migliaia di persone. Fu tumulato al Laterino, ma nell’aprile del 1946, ultimata in poco più di 4 mesi la chiesina in fondo al viale del Ricreatorio Pio II, i Costoniani lo accompagnarono con un lungo corteo che si snodò tra le vie cittadine, nella sua dimora perpetua, al Costone, dove tutt’ora riposa. A distanza di 62 anni dalla sua morte, il 17 dicembre del 2007 viene inaugurato a Montarioso, proprio nel terreno sottostante il Seminario dove forgiòla sua vocazione in Cristo, il PalaOrlandi, il Palazzetto dello Sport di proprietà del Costone, nel segno indelebile delle sue innumerevoli e lodevoli opere che altri sacerdoti, seguendo il suo esempio, hanno proseguito nel tempo. Innumerevoli i suoi manoscritti conservati nell’Archivio storico del Costone, dai quali abbiamo estratto questa frase, con la quale chiudiamo il nostro racconto:

<Io continuo a chiamarvi i miei giovani anche se molti di voi oramai hanno i capelli più che brizzolati, anche se più di uno di voi da una folla di nipotini è chiamato nonno. Davanti alla mia memoria e alla mia fantasia io vi vedo sempre nei vostri dodici, quindici, venti anni, freschi nelle vostre guance come nei vostri cuori, fieri, vivaci, allegri, qualche volta anche birichini e perfino sguaiatelli, ma sempre buoni, festosi, affettuosi, fedeli. Sopratutto fedeli.> N.Orlandi-1936

Roberto Rosa

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