L’allenatore della Robur Siena tra i protagonisti dell’amichevole con Cremona. Il sindaco di Monteriggioni Raffaella Senesi alza la palla a due.
Sotto il profilo tecnico, ha evidenziato buone qualità di palleggio, ma qualcosa sicuramente andrà rivisto, come il sottomano in penetrazione; come veduta complessiva di gioco e impostazione tattica invece, nulla da eccepire, così come sul lato umano. Ci riferiamo a Massimo Morgia, allenatore della Robur Siena, che ha dimostrato di poter stare in campo con la testa e con il cuore, assieme ai ragazzi del Costone Baskin che sabato pomeriggio al PalaOrlandi hanno dato vita a una gara amichevole con la compagine Sas Cremona Baskin. <E’ stata un’esperienza fantastica – ha affermato Massimo Morgia – sono felice di aver condiviso con questi ragazzi momenti di sport e aggregazione. Il loro entusiasmo, la loro voglia di vivere, i loro sorrisi, riescono a trasmetterti delle sensazioni davvero profonde. Anche a gennaio ero presente in occasione della presentazione del progetto Baskin da parte del Costone, che ringrazio per avermi dato questa opportunità. Tanti professionisti strapagati, dovrebbero imparare certi valori anche comportamentali. Il Baskin è uno sport che può insegnare molto nell’ambito delle discipline sportive, vorrei che questa formula fosse adottata anche nel calcio.> Maglietta del Costone Baskin sopra, quella della promozione della Robur Siena sotto; così il mister bianconero si è presentato sabato pomeriggio sul parquet del PalaOrlandi per dare il proprio sostegno a un’attività che il Costone intende portare avanti con grande impegno sociale. <Vorrei ringraziare la società Sas Cremona Baskin, una delle capofila del movimento a livello nazionale, per aver accettato il nostro invito – ha dichiarato Giuseppe Dragone, responsabile tecnico del Costone Baskin; rispetto a loro siamo a un livello inferiore, ma questi ragazzi che hanno iniziato a giocare assieme da gennaio, hanno fatto notevoli progressi. Un plauso a tutti, in particolare a Vincenzo Frati che non ha potuto essere della partita per un serio infortunio occorsogli prima della gara. A lui, così come a tutti i volenterosi che ci danno una mano per realizzare questo progetto, vanno i nostri più vivi ringraziamenti.> Presente all’evento anche il sindaco di Monteriggioni Raffaella Senesi che ha alzato la palla a due per dare il via alla gara.
R.R.
Siamo stelle con le ali
di Lisanna Boschini
Ci sono esperienze che ti attraversano e che non lasciano il segno, altre da cui non ti lasci attraversare per paura o per difesa. Ci sono poi certezze: regole che devi rispettare, ruoli che devi onorare perimetri e schemi che ti aiutano ad arrivare dove devi arrivare. Ci sono diversità evidenti che ti distinguono, ma solo per darti un’identità non una disparità, che ti aiutano a capire cosa è importante che tu faccia in quel momento, che ti portano a scegliere, che ti insegnano il rispetto, che ti preparano alla competizione, che ti mostrano cosa vuol dire essere parte di una squadra.
Per giocare a questo gioco serve solo una cosa: il cuore. Perché come in ogni altro sport se non hai cuore non ti diverti, non ti fai onore, non rispetti la maglia che indossi, se non hai cuore non vinci mai.
In questo sport ancora di più il cuore serve e non solo per dare, ma soprattutto per ricevere. Hai bisogno del cuore più delle mani e delle gambe per partecipare diversamente, ma insieme, per condividere gioco, emozioni, senso di squadra. Il cuore ti serve grande e forte perché tu giochi e quello che vivi ti attraversa dentro inevitabilmente e ti lascia il segno. Il cuore serve perché serve il coraggio di non porre barriere per paura o per difesa, perché quando sei in campo te la giochi alla pari e ti metti in gioco tu con gli altri. Il cuore serve più della testa perché l’unico confine, le uniche aree protette sono segnate a terra, non ne servono altre; devi lasciarti travolgere dallo stesso tuo cuore e lo senti che batte allo stesso ritmo del palleggio, della corsa, della squadra e si riempie di tutta la passione, il coraggio, la determinazione che il tuo compagno ti trasmette e tu allo stesso modo trasmetti a lui.
È la condivisione di un unico senso di vittoria che non si esprime in un punteggio, ma in un abbraccio, in una stretta di mano, in una parola di incoraggiamento che vale più di un canestro da 3 punti. E allora ti viene una gran voglia di correre insieme, con la fantasia senza stancarti mai, con la voglia di arrivare al traguardo e poi ricominciare a correre, corri con le mani, con gli occhi, con le orecchie perché per correre non occorrono le gambe, bastano le ali.
La verità è che ci sono stelle con le ali che non puoi spegnere nemmeno se chiudi gli occhi, certe stelle fanno luce senza chiedersi troppi “perché” e brillano, che tu lo voglia o no, e ti lasciano vedere tutto il bello che c’è anche se chiudi gli occhi.
Ci sono esperienze che ti attraversano e che lasciano il segno indelebile come una luce che non si spegne mai, da cui ti lasci attraversare perché ne hai bisogno, perché ti scaldano il cuore, perché ti fanno sentire vivo, perché ti mettono le ali.